Le Komposte Kiminasy contengono minimo il 140% di frutta e uno scarso tenore zuccherino (30/35% di media); per questo motivo vengono chiamate “composte” anziché “confetture extra”.
Le nostre composte quindi, avendo pochi zuccheri e tanta frutta, lasciano risaltare l’intensità di sapori che la natura ci regala ad ogni stagione tramite i suoi frutti, nell’ottica di un’alimentazione sana e gustosa.
Come nascono le nostre composte di frutta italiana bio
Per concentrare la frutta senza l’utilizzo di addensanti (come la pectina) è necessario estrarre l’acqua che, per natura, la frutta stessa contiene.
Questo procedimento, al tempo della nonna, veniva effettuato tramite una lenta cottura della frutta in un paiolo.
Un sapore antico e straordinario, con un unico difetto: il colore scuro finale della confettura, anche utilizzando frutta chiara come mele o pere. Questo colore finale era causato dalla caramellizzazione degli zuccheri dovuto alle alte temperature della cottura in paiolo.
Un procedimento innovativo basato sulla tradizione
Kiminasy sceglie un procedimento produttivo innovativo senza dimenticare la tradizione: una “bolla di concentrazione per la cottura in sottovuoto”. In sottovuoto infatti l’acqua libera contenuta nella frutta evapora ad una temperatura molto più bassa rispetto al normale (50/60°C circa contro i 100°C dell’evaporazione in condizioni normali). Così l’acqua evapora e resta solo la polpa della frutta, che viene quindi concentrata, mantenendo inalterati colori e proprietà, senza l’utilizzo di additivi.
Per ottenere la shelf life di 36 mesi senza l’utilizzo di conservanti o altri additivi, effettuiamo la stabilizzazione e pastorizzazione tramite tre importanti passaggi:
Invasamento a caldo della composta (prima pastorizzazione);
Chiusura dei vasi con apposite capsule in camera di vapore (per la sterilizzazione della capsula e per la creazione del vuoto sotto capsula);
La pastorizzazione in tunnel (seconda pastorizzazione che consiste in una pioggia di acqua calda sui vasi già chiusi). Questo ultimo procedimento altro non è che l’evoluzione del vecchio “bagnomaria” della nonna. In questo modo stabilizziamo il prodotto ed abbiamo una conservazione di 3 anni dalla data di produzione.